Sanità d’iniziativa, chronic care model, malattie croniche

Le malattie croniche rappresentano la principale causa di morte nei paesi sviluppati e sono responsabili dell’86%  dei decessi in tutta Europa (European Health Report 2005).
Il 70-80% della spesa sanitaria è assorbito da queste patologie.

Le malattie croniche hanno obbligato i sistemi sanitari a mettersi in discussione rispetto alla possibilità di poter garantire delle cure efficaci, sostenibili in termini di costi ed equamente distribuite.

Per queste ragioni negli ultimi anni si è reso necessario il ricorso ad un modello fortemente innovativo di sanità basato su:

  • iniziativa e non attesa: aspettare la diagnosi vuol dire ridurre l’efficacia dell’intervento ed aumentarne i costi;
  • assegnare al cittadino, consapevole ed informato, un ruolo attivo nell’alleanza terapeutica e preventiva;
  • puntare sulla prevenzione primaria per abbattere i fattori di rischio in ambienti di vita e lavoro;
  •  potenziare il ruolo delle cure primarie e valorizzare il lavoro in equipe.

In Toscana questa modello innovativo di assistenza è stato promosso già nel Piano Sanitario Regionale 2008-2010 mediante Expanded Chronic Care Model.

Ad oggi il 40% dei cittadini toscani è iscritto presso un medico di medicina generale, MMG,  che fa parte di uno dei 127 moduli multi-professionali delle cure primarie attivati per la gestione dei pazienti con patologie croniche. I moduli lavorano attraverso la presa in carico di assistiti che presentano una o più diagnosi di malattia cronica. I pazienti sono seguiti e assistiti dai “Moduli” di cure primarie, costituiti da MMG, infermieri, OSS. Collaborano con i moduli gli specialisti di riferimento ed altre figure professionali, come dietisti, fisioterapisti e psicologi. Ogni modulo è coordinato da un MMG.

A livello internazionale numerosi sistemi sanitari (inglese, danese, canadese per primi) hanno avviato, durante gli anni 2000, programmi nazionali di supporto all’autogestione delle malattie croniche; programmi che costituiscono uno degli elementi del Chronic Care Model per i quali esiste maggiore evidenza di efficacia su outcomes clinici e di
benessere per il paziente.
Il paziente è infatti partner attivo ed informato nella gestione della propria condizione di salute, all’interno della relazione di cura e presa in carico operata dai team multi-professionali delle cure primarie.

In Toscana, nell’ambito della sanità di iniziativa, si sta applicando questo modello, per ora con modalità diversificate sul territorio, ma con lo stesso obiettivo: l’aumento della capacità di autogestione (self-management), ovvero della capacità di monitorare la propria condizione e di mettere in atto le risposte cognitive, comportamentali ed emotive necessarie a mantenere una soddisfacente qualità di vita”.

La gestione delle patologie croniche richiede un approccio basato sulla prevenzione, proattività, supporto all’autocura, multidisciplinarità, il ricorso alle risorse della comunità.

Parole chiave: sanità di iniziativa, chronic care model, paziente esperto, psicologo chronic care model.

Fonte: PSSRI 2012-2015

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