Binge eating disorder o Disturbo da alimentazione incontrollata

Il disturbo da alimentazione incontrollata è un grave disturbo alimentare in cui si consumano frequentemente grandi quantità di cibo e ci si sente incapaci di smettere di mangiare. Questo disturbo non fa riferimento al “mangiare smoderato” che può avvenire in occasioni di feste o altri eventi sociali.

Le persone affette da questo disturbo continuano a mangiare anche quando sono sazie, quando si sentono male o sentono di “scoppiare”. Le loro abitudini alimentari spesso li fanno sentire in imbarazzo quindi evitano momenti sociali che coinvolgono il cibo.

Sintomi del Binge eating

La maggior parte delle persone affette da disturbo da alimentazione incontrollata sono sovrappeso o obese, ma possono anche avere un peso normale.
I segni e i sintomi comportamentali ed emotivi del disturbo da alimentazione incontrollata includono:

  • Mangiare quantità insolitamente elevate di cibo in un determinato periodo di tempo, ad esempio nell’arco di due ore;
  • Sentire che il comportamento alimentare è fuori controllo;
  • Mangiare anche quando si è sazi o non si ha fame;
  • Mangiare rapidamente durante gli episodi di abbuffata;
  • Mangiare finché non si è fastidiosamente pieno;
  • Mangiare spesso da solo o di nascosto;
  • Sentirsi depresso, disgustato, colpevole o turbato per ciò che si mangia.

A differenza di una persona bulimica, dopo un’abbuffata, non si compensano regolarmente le calorie ingerite in eccesso vomitando, usando lassativi o esercitandosi eccessivamente.

La gravità del disturbo da alimentazione incontrollata è determinata dalla frequenza con cui si verificano episodi di abbuffate durante una settimana.

Chiedere aiuto

I problemi di alimentazione incontrollata possono variare nel loro decorso: possono essere di breve durata, ricorrenti o possono persistere per anni se non trattati. E’ opportuno chiedere quando si sospetta di avere un problema con l’alimentazione incontrollata per evitare che il quadro si cronicizzi.

Cosa può fare lo psicologo per il trattamento del Binge eating?

Lo psicologo psicoterapeuta con approccio sistemico relazionale può offrire una prospettiva preziosa nel trattamento del binge eating disorder considerando le dinamiche relazionali e familiari che possono influenzare lo sviluppo e il mantenimento del disturbo.

Nel contesto dell’approccio sistemico relazionale si considera che i comportamenti alimentari problematici possano essere influenzati da dinamiche interpersonali all’interno del nucleo familiare o di altri sistemi relazionali significativi. Ad esempio, il modo in cui la famiglia gestisce il cibo, le emozioni legate all’alimentazione, le dinamiche di controllo o di conflitto che possono giocare un ruolo importante nella manifestazione e mantenimento del BED.

Lo psicologo che adotta l’approccio sistemico relazionale potrebbe esplorare i modelli di comunicazione, i ruoli familiari, le aspettative reciproche e le dinamiche relazionali che influenzano il comportamento alimentare della persona affetta da BED. Questo approccio non si concentra solo sul sintomo visibile (il binge eating) ma cerca di comprendere il contesto più ampio delle relazioni in cui il sintomo si manifesta.

Inoltre, l’approccio sistemico relazionale può aiutare a individuare le risorse e i sistemi di supporto all’interno della rete familiare o sociale del paziente, incoraggiando una collaborazione nel processo di trattamento e miglioramento del benessere complessivo della persona.

Integrare l’approccio sistemico relazionale nella terapia per il BED può favorire una comprensione più approfondita dei fattori relazionali che contribuiscono al disturbo, facilitando così interventi terapeutici più efficaci e sostenibili nel tempo.

 

 

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