In un contesto globale di cambiamenti nei luoghi di lavoro, l’idea della settimana lavorativa di 4 giorni sta guadagnando sempre più sostenitori, soprattutto all’estero e molto meno Italia. I promotori di questo modello sostengono che ridurre il tempo trascorso in ufficio possa giovare tanto ai dipendenti quanto alle aziende e alla società in generale.

La pandemia ha accelerato il dibattito sul bilanciamento tra vita professionale e privata, facendo emergere nuovi interrogativi sull’autonomia lavorativa, la flessibilità e il benessere psicologico dei lavoratori. Le ricerche mostrano che, nonostante i vari modelli, la settimana lavorativa ridotta potrebbe portare a una maggiore soddisfazione dei dipendenti, miglioramento della salute mentale e fisica e un abbassamento dello stress.

Nel modello più diffuso, detto “100-80-100”, i lavoratori ricevono il 100% della retribuzione lavorando solo l’80% del tempo. Studi sui trial in corso in vari paesi, come Irlanda e Stati Uniti, indicano che i benefici si estendono anche alle aziende, con un miglioramento del tasso di retention e della produttività.
Un altro approccio che prevede una settimana compressa con 4 giorni da 10 ore ha mostrato risultati misti: maggiore soddisfazione ma, in alcuni casi, rischi per la salute dei lavoratori, soprattutto per coloro con responsabilità familiari.

Se da un lato le ricerche suggeriscono un miglioramento del benessere e della produttività, dall’altro gli esperti avvertono che sono necessarie più ricerche a lungo termine per valutare appieno gli impatti. Un potenziale rischio è che, a lungo termine, gli effetti positivi possano attenuarsi secondo un effetto “luna di miele”, tipico dei cambiamenti organizzativi.

La flessibilità lavorativa potrebbe anche contribuire a una maggiore equità di genere, dato che spesso le donne affrontano difficoltà nell’adattare le ore lavorative rigide con le esigenze familiari. Inoltre, il modello potrebbe essere un’opportunità per creare un equilibrio tra vita privata e professionale anche in settori dove il lavoro remoto non è possibile.

In ogni caso, le aziende che adottano la settimana di 4 giorni stanno mostrando un alto grado di soddisfazione per il modello, suggerendo che tale cambiamento potrebbe essere non solo benefico per la salute dei dipendenti, ma anche per la loro produttività e motivazione.

Sebbene i risultati siano promettenti, gli esperti sottolineano l’importanza di continuare a raccogliere dati attraverso studi controllati e rigorosi. Inoltre, psicologi e ricercatori potrebbero giocare un ruolo fondamentale nel monitorare gli effetti di queste trasformazioni sul benessere psicologico dei lavoratori, analizzando differenze individuali, dinamiche di impegno e motivazione.

In sintesi, la settimana lavorativa di 4 giorni potrebbe rappresentare una soluzione interessante per il futuro del lavoro, ma il suo successo dipenderà da una continua ricerca e da un’analisi approfondita dei suoi effetti a lungo termine su dipendenti e aziende.

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