Il double bind o doppio legame, venne per la prima volta  descritto da Bateson e collaboratori come modalità d’interazione presente con altissima frequenza nelle famiglie a transazione schizofrenica. Si può considerare come un’incongruenza tra due livelli di comunicazione verbale e non verbale: a livello verbale viene data un’ingiunzione che ad un secondo livello, non verbale, viene squalificata. Ma non basta. I “giocatori”, cioè coloro che interagiscono, non possono metacomunicare, ne possono ritirarsi dal “gioco”. Questo crea una situazione di stallo in quanto chi riceve il messaggio non può situarsi in una posizione complementare (accettare) o simmetrica (rifiutare), in quanto non è chiaro quale dei due livelli sia quello vero.

Prendiamo come esempio un’interazione che si potrebbe verificare tra un bambino ed un genitore,  in cui quest’ultimo manda un messaggio incongruente sui due livelli. Questo bambino si troverà per ovvi motivi nella condizione di non poter metacomunicare e di non poter lasciare il campo in quanto dipendente dalla figura genitoriale. Questo quadro potrebbe diventare problematico nel momento in cui questa modalità d’interazione diventa l’unica forma di comunicazione utilizzata.

Quindi per parlare di doppio legame devono coesistere tre elementi: incongruenza tra due livelli di comunicazione, impossibilità/divieto di metacomunicare ed impossibilità di lasciare il campo, cioè la relazione tra i “giocatori” deve essere significativa.

– Bateson G., Jackson D.D., Haley J., Weakland J., Toward a theory of schizophrenia. Behavioral Science, 1956, 1, 251-264.
Selvini Palazzoli M., Boscolo L., Cecchin G., Prata G., Paradosso e Controparadosso. Feltrinelli, Milano, 1975.

 

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