Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Franco Basaglia, uno psichiatra italiano che ha rivoluzionato il modo di concepire la salute mentale e il trattamento delle persone con disagio psichico. La sua opera ha portato alla graduale chiusura dei manicomi in Italia e all’affermazione di un nuovo modello di cura basato sulla riabilitazione e la reinserimento sociale.

Le origini del manicomio

Le prime forme di internamento per persone con disturbi mentali risalgono al Medioevo, quando venivano spesso rinchiuse in prigioni o in conventi. Nel Settecento, con l’avvento dell’Illuminismo, si iniziarono a creare i primi manicomi, concepiti come luoghi di cura e di riabilitazione. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, queste strutture si trasformarono in veri e propri luoghi di segregazione e di sofferenza, dove i pazienti venivano spesso sottoposti a trattamenti disumani e degradanti.

La rivoluzione di Basaglia

Franco Basaglia iniziò la sua carriera negli anni Cinquanta, in un periodo in cui la psichiatria italiana era ancora dominata da un approccio manicomiale. Basaglia si battè per una radicale riforma del sistema psichiatrico, criticando l’istituzione manicomiale come luogo di oppressione e di alienazione.

Nel 1961, Basaglia divenne direttore dell’ospedale psichiatrico di Gorizia, dove avviò un’esperienza di cura rivoluzionaria basata sull’apertura del manicomio verso la comunità, sulla terapia di comunità e sulla partecipazione attiva dei pazienti al proprio percorso di cura.

La legge Basaglia e la chiusura dei manicomi

L’esperienza di Gorizia ispirò la legge n. 180 del 1978, meglio conosciuta come legge Basaglia, che sancì la chiusura dei manicomi in Italia e l’avvio di un nuovo modello di cura basato sui servizi territoriali e sulla centralità della persona.

La rivoluzione basagliana ha avuto un impatto enorme sulla salute mentale in Italia e nel mondo. La chiusura dei manicomi ha portato a un miglioramento delle condizioni di vita delle persone con disagio psichico e ha favorito la loro inclusione nella società.

Oggi, l’Italia è considerata un modello di riferimento per la salute mentale a livello internazionale. Tuttavia, ancora molto c’è da fare per superare lo stigma e la discriminazione che le persone con disagio psichico subiscono quotidianamente per questo è importante continuare a lavorare per un futuro in cui la salute mentale sia davvero un diritto di tutti.

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Podcast Rai: “Questa è la storia di un antico manicomio e del luogo in cui è nato, Girifalco, un paese calabrese di seimila anime. L’ospedale psichiatrico, fondato nel 1881, e gli abitanti del borgo hanno da sempre avuto un rapporto simbiotico. Grazie alle pratiche di “open doors” avviate già nei primi del Novecento, i pazienti ritenuti meno gravi giravano liberamente per le strade del paese. Follia e normalità si sono così fuse in un particolare affresco che nei secoli ha fatto conoscere Girifalco in Italia e nel mondo come il “Il Paese dei Pazzi”. Gli abitanti, ben lontani dal vivere come uno stigma quell’appellativo, vanno assai fieri delle loro identità. Cosa succede però a quel piccolo borgo quando il manicomio viene chiuso e i “i matti” se ne vanno? E poi un matto è sempre matto anche se nessuno lo chiama più così? Cosa siamo quando smettono di chiamarci con il nostro solito nome? Il Paese dei Pazzi è un podcast originale di RAI Radio1, di Michela Mancini.”

https://www.raiplaysound.it/programmi/ilpaesedeipazzi

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